silat verona
Guru Muda Max al Festival Indonesiano Seni Beladiri Dunia
Il Pentjak Silat è un’antica arte marziale indonesiana. Ogni anno sull’isola di Java, nella città di Purwakarta (circa 1 milione di abitanti) si tiene un festival mondiale della durata di 3 giorni, organizzato direttamente dal governo della provincia, al quale vengono invitate delegazioni estere che si siano distinte per l’alto livello di pratica del Silat. Quest’anno, prima volta in assoluto in cui una scuola italiana viene presa in considerazione, l’invito della reggenza è stato recapitato alla scuola di Pukulan Pentjak Silat Sera “Plinck” con Sede in Verona e capitanata da Guru Muda Max Morandini. Quest’ultimo che si è esibito più volte di fronte ai guru anziani indigeni presentandosi con un elevatissimo grado di preparazione, ha ricevuto molti apprezzamenti da parte degli addetti ai lavori. Guru Muda Max è stato infatti invitato ad esibirsi fuori programma durante un meeting con altre scuole eseguendo il kembangan, ovvero movimenti liberi (presi dai djuru) che vanno a comporre una sorta di coreografia. È stato molto bravo ed ha ricevuti diversi apprezzamenti dai presenti Guru e praticanti. E’ stata un’occasione importante per dimostrare che la dedizione e lo studio costante di un’arte sofisticata e difficile come il Pukulan Pentjak Silat Sera, porti al raggiungimento di importanti traguardi anche se non si è nati nei luoghi di origine. A supporto del loro Guru Muda hanno partecipato all’evento anche 4 allievi: Fabio Biondani, Marco Zampini e Corrado Savio da Verona, Michele Brocca da Casale Monferrato (AL).
A seguire potete trovare il link al video.
Difesa personale
DIFESA PERSONALE
Al giorno d’oggi si sente sempre più spesso parlare di difesa personale, ma vediamo le cause che ci portano a frequentare questi corsi, cosa sono e di cosa ci illudono di saper fare!
LE CAUSE
Molti sono gli eventi negativi che accadono ogni giorno e che ci fanno ben riflettere sulla nostra effettiva sicurezza quando usciamo di casa per andare a lavoro, per uscire con gli amici o addirittura all’interno della nostra abitazione. Spiacevoli eventi dettati dalla malavita e la precarietà economica di questo paese ci fanno vivere in costante rapporto con la paura. Paura e insicurezza sono di fatto i nostri compagni di viaggio odierni, che se pur essendo molto spiacevoli, spesso ci allarmano (alle volte inutilmente) facendoci prendere delle scelte non desiderate ma che ci permettano di sentirci più “al sicuro”. Queste scelte possono tramutare da molto semplici come per esempio cambiare percorso per tornare a casa la sera attraversando quindi zone più “sicure” e strade più affollate e illuminate, fino ad arrivare ad essere più incisive come decidere di non uscire di casa in certi orari particolari e di fatto precludono la nostra libertà.
Molti di noi, decidendo di reagire alla situazione, iniziano la loro ricerca per ottenere maggior fiducia e sicurezza di sé, incappando sicuramente in qualche corso di “difesa personale”.
DIFESA PERSONALE E BUSINESS & BUGIE
Svariati corsi di difesa personale e innumerevoli maestri all’apparenza molto qualificati ci tempestano ogni giorno sui social media e su volantini di ogni genere. Molte sono le false promesse, fra tante quella di riuscire a difendersi in poche ore di lezione imparando alcune “tecniche base” adatte alla difesa personale.
La domanda che vi pongo è: “siete sicuri di riuscire ad apprendere un’arte antica e complessa come quella della guerra in poche e semplici sequenze di movimenti apprendibili con qualche ora di dedizione?”
Veri guerrieri che hanno combattuto realmente per la propria vita (romani, gladiatori, schermisti europei) studiavano molti anni l’arte del combattimento, le geometrie e princìpi sul quale esso si muove. Quindi la deduzione è: siamo noi dei geni e loro ignoranti o siamo noi degli sprovveduti e loro dei professionisti?
La realtà è che il mondo delle arti marziali è stato popolato da personaggi che, invece di ricercare la realtà e di vivere il cammino dell’arte come filosofia di vita rendendo la loro pratica profonda ed essenziale, si fanno immortalare in “video tutorial” basati sull’unico scopo di ampliare il loro business.
La bellezza conservata all’interno delle arti marziali, sommata al fascino delle culture orientali ed al forte attaccamento al materialismo della vita da parte di noi occidentali, ha reso il “prodotto” un ottima esca utilizzata da venditori di spicco che “vantandosi” di numerosi attestati e certificazioni (ottenute/i forse con corsi istruttori durati meno di un week-end) riescono a riempire le sale corsi e imbastire seminari illudendo le persone di poter affrontare reali situazioni di pericolo con qualche tecnica di difesa personale.
Per un piccolo gruppo come noi, scrivere per una rivista che tratta di Pencak Silat lontano dalla patria stessa dove è nato, è cosa difficile da farsi, soprattutto, stando attenti a non cadere nel banale e nel superfluo. Senza contare che sono sempre possibili pericolosi equilibrismi i terreni sconosciuti e carichi di misticismo ed egocentrismo. Purtroppo questi terreni risultano esser fin troppo fertili ai nostri tempi in tutto il mondo, situazioni che oggi troviamo spesso nel campo delle arti marziali sia sportivizzate che tradizionali. Arti che sempre più si stanno trasformando in enormi business e sempre meno rimangono fedeli a se stesse, cioè osservanti della tradizione Guerriera, Via che è l’essenza della ricerca ed elevazione Spiritico-umanistica.
La nostra realtà Italiana non è esente da tutto questo, anzi. Sembra che il nostro continente sia meta ambita e fertile per seminari di ogni genere, con promesse di facili risultati in poche ore di show una volta o massimo due in un anno. Questi eventi sono pieni di tecniche con una varietà incedibile di armi, naturalmente in vendita presso gli istruttori di “Zona”, sempre ben anticipatamente forniti di ogni cosa. Certo non mancano i diplomi di fine seminario…questi seminari hanno sempre più l’aria di vetrine per far bella mostra delle capacità applicative del Guru del momento. Il tutto spesso senza andare in profondità delle strutture che disciplinano l’arte guerriera e obbligando i ragazzi a partecipare forzosamente e considerano gli allievi o l’arte, che il presunto maestro è chiamato a rappresentare, una proprietà privata. [Massimiliano Morandini]
CONCLUSIONI
La difesa personale è intrinseca nello studio di un’arte guerriera. Bisogna però stare ben distanti da venditori di tecniche e dedicarsi ad un’arte studiandola nel suo profondo. Ci sono molte arti marziali e guerriere decisamente valide ed efficaci ma la differenza la fa solamente un buon insegnante e la volontà degli allievi di seguire una via lunga e difficile. Concentrarsi solamente sull’apprendere tecniche standardizzate alla difesa personale significa dare peso alla propria insicurezza. Senza rendersene conto, ci si ritrova a coltivare dubbi e perplessità dovute alla mancanza delle fondamenta del combattimento che poche tecniche non ti possono ovviamente forgiare. Un buon praticante vuole interiorizzare l’arte, capire le strutture e le geometrie che muovono il combattimento e con il giusto tempismo. Solamente in possesso di queste conoscenze potrà dominare il centro del combattimento ed essere efficace e letale. Ovviamente questo richiede fatica, studio, dedizione, allenamento e umiltà.